60 giorni sempre verso ovest

60 giorni sempre verso ovest
Milan, Italy
Milan, Italy Imbarchiamo per l’ultima volta i nostri fedelissimi zaini e alle 9 lasciamo Bangkok, l’Asia e l’est…
Ci fermiamo 3 ore per fare scalo a Doha, capitale del Qatar, un mega aeroporto in mezzo al deserto…tant’è che ci sono 39 gradi e metà pista è ricoperta di sabbia. Le nostre 3 ore in medio oriente passano tranquille, osservando questo altro mondo così differente dal nostro (sebbene sia solo l’aeroporto): sceicchi, islamici di ogni tipo, stanze per la preghiera… E infine, dopo 60 giorni di viaggio…
I T A L I A !
Ce l’abbiamo fatta!!!
Il nostro giro del mondo in 60 giorni, confezionato con le nostre manine!
Sembrerà banale ma…il mondo è veramente grande, vario e sconosciuto.
Però in ogni luogo, puoi sempre trovare delle cose che ci accomunano.
Grazie a tutti quelli che ci hanno permesso di fare quest’esperienza indimenticabile, a chi ci ha seguito e a chi ci ha aiutato!
In questi ultimi due giorni, tra un volo e l’altro, è stato facile ripensare un po’ a tutto il viaggio, ai posti visitati, ai vari aneddoti…
Così ci siamo divertiti a stilare una classifica/elenco dei punti salienti di questi due mesi!!! Paesi visitati: 7
Città visitate: 30
Paese più bello Gianni: Perù
Paese più bello Cate: Perù
Posto più bello Gianni: Atollo Rangiroa
Posto più bello Cate: Kyoto
Lingue parlate: 6 Aerei presi: 22
Bus presi: 25
Metro prese: 18
Taxi presi: 21
Treni presi: 10
Motoscafi presi: 7
Campervan presi: 1
Bici prese: 4
Funivie prese: 4
Dune buggy presi: 1
Macchinine di super Mario prese: 6
Tuk tuk presi: 1 Bagni pubblici utilizzati: perso il conto
Alberghi/alloggi: 21
Notti in aeroporto: 1
Altitudine massima raggiunta: 4910 metri
Altitudine minima raggiunta: -6 metri
Temperatura massima raggiunta: 40 gradi
Temperatura minima raggiunta: -5 gradi
Pasto più economico: 1,5 euro (2 persone)
Pasto più caro: 120 euro (2 persone)
Giorni persi per fuso: 1
Caffè buoni bevuti: 1
Cose perse Gianni: 3
Cose perse Cate: 0
Bagagli persi: 0
Pacchi spediti: 1
Foto scattate: 5000
Bucati fatti: 7
Citrosodine prese: 22
Multe prese: 0
Inchini: 253
Carte di credito utilizzate: 4
Bancomat utilizzati: 1

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Ultimo tango a Bangkok

Ultimo tango a Bangkok
Bangkok, Thailand
Bangkok, Thailand Ultimo risveglio a Sihanoukville: guardiamo fuori dalla finestra e ovviamente vediamo che a differenza dei giorni precedenti il tempo non è così male…
Rimaniamo il più possibile sul lettino ad abbronzarci, prima di prendere la navetta per l’aeroporto.
Ritorniamo quindi in aereo a Siem Reap e da lì abbiamo un altro volo per Bangkok, che in realtà vedremo…solo per passare la notte. A causa del ritardo del volo arriviamo a Bangkok che è ormai l’una di notte…
Abbiamo solo modo di intravedere così uno scorcio di Thailandia in notturna, in un viaggio in taxi tra l’aeroporto domestico e quello internazionale (da dove invece ripartiremo domani).
È proprio destino che in questo viaggio la Thailandia non abbia voluto farsi conoscere da noi…già dall’organizzazione abbiamo avuto dei segnali, che noi abbiamo seguito…e la nostra scelta di non prenotare nulla per fortuna poi si è rivelata vincente.
In futuro però dovremo assolutamente visitare per bene questo paese! Dormiamo solo qualche ora nel nostro hotel, perché alle 7 di domattina abbiamo la navetta per l’aeroporto, che è qui vicino. E domani saremo in Italia.

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Ultimi 5 giorni al mare

Ultimi 5 giorni al mare
Sihanoukville, Cambodia
Sihanoukville, Cambodia Lasciamo Siem Reap per andare in una località di mare, sempre in Cambogia: Sihanoukville.
L’idea è quella di passare gli ultimi 5 giorni al mare, anche se sappiamo benissimo che questa per loro è la stagione delle piogge e il tempo generalmente è brutto. E così infatti è, in questi 5 giorni abbiamo visto ogni tanto qualche raggio di sole…ma non troppi eh.
Il nostro hotel è comunque grande abbastanza per “viverci” dentro, o nuotare in piscina…
Proviamo i due ristoranti, uno dei quali in riva al mare, molto carino.
Proviamo la spiaggia privata e ci concediamo un bagno… Ogni tanto, con la navetta gratuita dell’hotel, andiamo downtown per fare un giro tra i locali o per cena.
Gironzoliamo anche tra il mercato locale, con cibi e oggetti di tutti i tipi…
Il resto è tutto molto “Cambogia vera”, ovvero un paese che al di fuori delle aree turistiche rimane un paese povero.
Questa città negli ultimi anni ha subito molti cambiamenti e sviluppi dovuti al turismo sempre crescente, ma alcuni problemi fondamentali sono ancora da risolvere, ad esempio le fogne e i rifiuti.
Però ovviamente dove vogliono loro è sempre tutto perfetto e pulito. Lasciamo passare questi 5 giorni riposando mente e corpo, in vista dell’imminente rientro alla vita di tutti i giorni…

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Relax, take it easy…

Relax, take it easy…
Siem Reap, Cambodia
Siem Reap, Cambodia Stamattina avremmo dovuto prendere l’aereo per la Thailandia, ultima tappa del nostro viaggio. Ma a causa degli attentati di questi ultimi 2 giorni a Bangkok, abbiamo deciso di cambiare itinerario e stare più tranquilli.
Inoltre, dato che in questo albergo siamo viziati e coccolati decidiamo di rimanere qui qualche giorno in più. Estendiamo la prenotazione e ci regalano un altro massaggio che ovviamente sfruttiamo subito… Non abbiamo altro da fare… 😉 Stiamo qui a Siem Reap altri tre giorni e le giornate passano veloci all’insegna del completo relax, la prima volta dopo quasi due mesi di scarpinate.
Nuotiamo in piscina, prendiamo il sole e ci lasciamo coccolare.
A volte non facciamo neanche la fatica di uscire a cena, scendiamo semplicemente al ristorante dell’albergo. Cogliamo l’occasione anche per gironzolare per le strade polverose della città. Ci aggiriamo per i mercatini e i templi disseminati qua e là. Per una cena, troviamo un ristorante molto carino e con ottima cucina, impegnato in un progetto sociale molto importante. Si chiamano “training restaurant”, ristoranti-scuola per i ragazzi del posto, spesso recuperati dalla strada. Noi mangiamo benissimo e in più diamo il nostro contributo per una buona causa. Doppiamente soddisfatti! Nell’ultima serata, diamo sfogo alle nostre voglie di shopping nei mercatini artigianali notturni e ci prepariamo per il viaggio di domani verso le coste cambogiane. Alla partenza, facciamo una foto con alcuni dello staff dell’hotel e ci danno anche dei simpatici regalini!
Ci accompagnano in aeroporto e prendiamo l’aereo per la nostra prossima destinazione: Sihanoukville.

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Tuk tuk Cambodia

Tuk tuk Cambodia
Siem Reap, Cambodia
Siem Reap, Cambodia La giornata di oggi è dedicata al piccolo circuito dei templi di Angkor. Il nostro mezzo di trasporto oggi sarà un tuk tuk, in poche parole un carretto tirato da una moto! Abbiamo anche una guida, non vogliamo perderci neanche un dettaglio… La prima tappa è Angkor Wat, il tempio della città. È immenso, maestoso, con le sue 5 torri diventate simbolo della Cambogia. Assolutamente da vedere una volta nella vita. Un’altra meraviglia del mondo che aggiungiamo alla nostra lista.
La guida che ci accompagnerà per tutto il tour ci spiega molte cose interessanti e ci mostra i punti migliori da cui scattare le foto.
Questo è anche uno dei pochi templi ancora in uso per cerimonie religiose, quindi anche il nostro abbigliamento deve essere adeguato.
Dopo questa visita, che dura più di due ore, proseguiamo per la tappa successiva. Angkor Thom (grande città), ultima capitale dell’impero Khmer. Qui si trova il tempio Bayon con i suoi 216 caratteristici faccioni. Questo è in assoluto il nostro preferito. Ti senti osservato da ogni parte…ed è meraviglioso pensare come quasi mille anni fa possano aver creato queste sculture. Il terzo tempio che visitiamo è quello di Baphuon, sempre nel complesso di Angkor Thom. Un tempio piramide in cui si trova un Buddha sdraiato lungo più di 50 metri. Ta Keo, il tempio montagna. Arrivare fino in cima infatti è stato abbastanza faticoso a causa della ripida scalinata a gradoni alti… In più sotto il sole cocente… E quasi pericoloso! Arriviamo infine all’ultimo tempio, forse il più turistico: Ta Prohm o anche conosciuto come tempio Tomb Raider, usato come set per il famosissimo film.
Questo sito è stato invaso dalla giungla e i ficus strangolatori che si stanno impossessando delle rovine rendono il tutto molto particolare e suggestivo. Stanchi e bagnati fradici, ritorniamo in albergo e ci rinfreschiamo in piscina.
Prima di cena facciamo la nostra ora di massaggio nella spa…favoloso! Ci fanno un tipico massaggio khmer, senza olio, sciogliendoci ogni parte del corpo. Dopo due giorni di scorribande ci lasciamo coccolare dal bellissimo hotel e dai suoi confort.

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I templi di Angkor

I templi di Angkor
Siem Reap, Cambodia
Siem Reap, Cambodia La città in cui siamo, Siem Reap, ospita uno dei siti archeologici più importanti del sud est asiatico: Angkor.
Questo in passato rappresentava il centro religioso, politico e sociale dell’impero Khmer che dominò tra il nono e il tredicesimo secolo.
Per visitarlo tutto servono almeno due giorni infatti il percorso è diviso in due circuiti, uno grande e uno piccolo. Oggi iniziamo con quello grande. Dopo colazione partiamo con il nostro autista.
Prima tappa è il tempio Preah Khan, uno dei più grossi di Angkor infatti ci mettiamo un’ora per girarlo tutto. Questo tempio è rimasto in gran parte non restaurato e per questo sono cresciuti grossi alberi sulle sue rovine. Poi visitiamo Neak Pean. Un piccolo tempio costruito su un’isola artificiale e circondato da quattro vasche usate un tempo per scopi curativi. Arriviamo al tempio Ta Som. Tempio minore ma con un curiosissimo ed enorme fico strangolatore che avvolge una delle due porte d’entrata. Dopo un tipico pranzo cambogiano, ripartiamo per il nostro giro. È la volta del tempio Banteay Srei, fortezza delle donne, dedicato al dio indù Shiva. La sua particolarità è il colore in quanto è costruito con arenaria rossa. Arriviamo infine al tempio-montagna Pre Rup, anche questo di colore rosso. Salire fin sopra è una scarpinata stancante, ma si riesce ad ammirare tutto il complesso dall’alto, con le sue torri e leoni. Torniamo in albergo accaldati e facciamo un tuffo in piscina.
Usciamo per cena. Troviamo un ristorante tipico e mangiamo molto bene!
Prima di tornare in albergo facciamo un salto un Pub Street e al Night Market.

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Pdor, figlio di Khmer…e Mr Banana

Pdor, figlio di Khmer…e Mr Banana
Siem Reap, Cambodia
Siem Reap, Cambodia Atterriamo in Cambogia all’aeroporto di Siem Reap, nel primo pomeriggio, e incontriamo subito Mr Banana del nostro hotel ad aspettarci. L’accoglienza è già una cosa di per sé meravigliosa: saliamo su un van con Mr Banana dove ci offre degli asciugamani rinfrescanti, acqua e birra, e una tipica sciarpina cambogiana che si chiama krama.
Ah Mr Banana in realtà non si chiama così, ma il suo cognome in cambogiano significa banana…e quindi ci dice di chiamarlo così. Arriviamo in hotel e ci offrono ogni ben di dio…bevande, noccioline, frutta…
L’hotel è molto bello (lo sapevamo dato che l’abbiamo scelto) ma non ci aspettavamo una cosa così…il servizio è la particolarità principale di questo posto, una cosa a cui noi non siamo proprio abituati. La camera è stupenda, tutta agghindata stile luna di miele e con una bottiglia di vino rosso omaggio….
Tutto molto preciso e ordinato, bellissima piscina e stile tipico ma minimal.
Rimaniamo molto impressionati dalla scena e ci rilassiamo un po’. Da notare anche che sono compresi due massaggi gratuiti da un’ora nella spa e una cena tradizionale khmer con lo spettacolo di danza Apsara, che proveremo subito stasera. Scendiamo quindi nel ristorante per cena e gustiamo le varie portate, tutte molto buone e particolari.
Intanto ammiriamo le graziose ballerine e lo spettacolo dal nostro tavolo, poi facciamo pure una foto finale con loro! Prenotiamo le visite per i prossimi giorni direttamente in hotel e ci riposiamo in vista della giornata di domani.

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Vigevanesi all'equatore

Vigevanesi all'equatore
Singapore, Singapore
Singapore, Singapore La notte nella “capsula” è andata bene e dopo colazione visitiamo alcuni luoghi caratteristici di Singapore: Chinatown, Little India e Arab Street.
In realtà queste distinzioni di etnie non sono così nette, infatti in Chinatown si trova un grosso tempio buddhista e in Little India una moschea.
Singapore è molto cosmopolita….ci sono 4 lingue ufficiali, il 50% è straniero, e son tutti molto benestanti. Quest’anno inoltre Singapore festeggia il 50esimo anniversario dell’indipendenza dalla Malesia. In questi anni Singapore è cresciuta tantissimo economicamente, cambiando anche aspetto della città. È stato anche grazie a leggi molto severe e stringenti, su cui vige ancora per alcune la pena di morte. Ci spostiamo poi ai giardini botanici di Singapore: un enorme parco suddiviso in varie aree e giardini di vario tipo. C’è anche una foresta pluviale e alcuni laghetti con strane creature che sembrano dinosauri. Solo gli scoiattoli sono carini…
Ah qua siamo sull’equatore, vabbè che è ferragosto ma fa un caldo mortale… Finito il tour selvaggio, ci troviamo con un’amica vigevanese, la Tanta, che vive qui da qualche mese. Ci beviamo insieme qualche birra in un quartiere meno turistico di Singapore e poi ci spostiamo a Clarke Quay per la serata.
Sul fiume di Singapore infatti spopolano locali di ogni tipo per la vita notturna, sempre caratterizzati dallo stile moderno di tutta la baia. Ritorniamo nella nostra capsula per passare l’ultima notte a Singapore, domani infatti andremo più ad ovest.

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Dal Giappo a Singa

Dal Giappo a Singa
Singapore, Singapore
Singapore, Singapore Ci svegliamo a Tokyo, ma in realtà siamo in partenza e quindi ci dirigiamo verso l’aeroporto e salutiamo il mondo giapponese, così strano e diverso dal mondo occidentale a cui siamo abituati noi italiani.
Sebbene la maggior parte dei giapponesi non sappia dire una parola di inglese, questi 10 giorni in Giappone sono stati molto belli e non siamo mai stati in difficoltà. La loro gentilezza ti mette sempre a tuo agio, anche se il turista medio non conosce bene usi e costumi di questo popolo. Inchini, uso delle scarpe, templi, cibo, orari, trasporti, lingua, regole strane…
Inoltre probabilmente è anche uno dei paesi più sicuri al mondo. Ovviamente noi becchiamo l’unico disguido al mondo dei mezzi di trasporto giapponesi e la metro per l’aeroporto si ferma più volte per problemi imprecisati….dopo un po’ di balletti sali-scendi dal treno, stile linea Mortara-Milano, raggiungiamo l’aeroporto a 40 minuti dal volo. Scopriamo anche che il biglietto che avevamo non andava bene per arrivare in aeroporto. Quindi Cate mette in atto una scena da cinema davanti alla signorina della metro per farci uscire…perché non avevamo abbastanza contanti per pagare la tariffa extra. Nonostante tutto, saliamo senza problemi sull’aereo…e sbarchiamo a Singapore, 1.5 gradi sopra l’equatore!
Il nostro ostello si trova a Chinatown, ed è uno di quelli a capsule…anche se in realtà non proprio così spartano e a mo’ di loculi da cimitero!
È molto carino e la nostra “suite” è praticamente uno spazio con letto matrimoniale, tavolino, luce e cassaforte…chiuso da tende. Non male! Lasciamo giù i bagagli e dopo una buona cenetta nei dintorni, ci spostiamo nella zona della baia, Marina Bay, e ammiriamo la miriade di luci e grattacieli che si concentrano nel central business district di Singapore.
Giriamo di sera perché…di sera questa città si accende in ogni dove, e in particolare visitiamo il Marina Bay Sands e i famosi Gardens by the Bay. Il Marina Bay Sands è un nuovissimo e moderno resort e comprende un albergo, un centro convegni, un centro commerciale, un museo di arte e scienza, due teatri, sette ristoranti, due padiglioni di cristallo galleggianti ed una pista di pattinaggio.
Il complesso è sormontato da una piattaforma sospesa a forma di nave denominata SkyPark (340 metri) dove vi sono giardini pensili, piscine idromassaggio, centri benessere bar e ristoranti con una capacità di 3.900 persone e all’altezza di 200m vi è una piscina “a sfioro” (la piscina più alta del mondo) lunga 150m. Noi ammiriamo tutto da fuori e da dentro…
Poi prendiamo il ponte per l’accesso ai Gardens by the Bay.
La cosa che colpisce di più di questi “giardini” sono i supertree, alberi fotovoltaici alti tra i 25 e i 50 metri in grado di accumulare di giorno il calore del sole e produrre energia per l’illuminazione, regalando durante la notte straordinari giochi di luce e musica. Il tronco è ricoperto da una vera corteccia vivente costituita da 180 mila piante di oltre 200 specie diverse. Noi rimaniamo un bel po’ in questo ambiente del futuro, scattando foto e ammirando i giochi di luce degli alberi.
In questo enorme parco ci sono anche altri edifici e attrazioni….ma sinceramente già solo questi alberi sono bellissimi.
Immancabile dire che l’albero della vita di Expo assomiglia molto ai supertree…gli italiani copiano dagli asiatici! Lasciamo il futuro per rientrare verso la nostra capsula per la notte…

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Tradizione, modernità…e Doraemon

Tradizione, modernità…e Doraemon
Tokyo, Japan
Tokyo, Japan Colazione dall’amico fidato Seven-Eleven sotto casa e siamo già in metropolitana. Oggi ci dedichiamo al quartiere di Tokyo più tradizionale: Asakusa.
Entriamo dalla porta del tuono, dove si trova un’immensa lanterna giapponese, e arriviamo al tempio Sensoji. Da lì percorriamo le vie limitrofe piene di negozietti e mercatini.
Ci fermiamo nel quartiere per qualche acquisto e per provare “schifezze” mai viste…
Diamo un saluto anche alla SkyTree da lontano, la torre più alta del mondo. Ma non ci teniamo molto a salire lassù… Per la sera decidiamo di andare a Roppongi, quartiere moderno e centro della vita notturna giapponese. Questo quartiere è noto soprattutto per Roppongi Hills, una città nella città che comprende molti negozi, ristoranti, uffici e appartamenti. Finalmente riusciamo ad assaggiare l’Okonomiyaki, un piatto fatto alla piastra che ricorda un pancake o per qualcuno anche una pizza.
Esistono principalmente due versioni di questo piatto: okonomiyaki di Osaka e okonomiyaki di Hiroshima. Noi, per farci mancare nulla, le proviamo entrambe.
Molto buono, economico e sostanzioso… Riusciamo così a rotolare ancora un po’ per gli immensi edifici del quartiere, che ad ogni angolo offre sempre qualcosa.
Troviamo anche Doraemon e un gruppo di giapanazzi che vuole proprio farci una foto con lui…nonostante qualche loro problema nel fare le foto, riescono nell’impresa anche se il risultato non è un granché. Vabbè, pensiamo che Doraemon ci scuserà. Scarpiniamo su e giù per queste vere e proprie “hills” e poi rientriamo alla base, salutando così la versione notturna di Tokyo…e del Giappone.

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