Adios Perù…qualche volo verso ovest

Adios Perù…qualche volo verso ovest
Papeete, French Polynesia
Papeete, French Polynesia Non sappiamo più bene che ora è né che giorno sia, sappiamo solo che siamo arrivati a Papeete e che però abbiamo ancora un piccolo aereo da prendere. Infatti questo lungo viaggio è iniziato da Lima con la sveglia alle 3.30 per volare verso Santiago, Cile, in realtà solamente per far scalo. Già qui, col fuso siamo ritornati in avanti di 2 ore.
Aspettiamo qualche ora e ripartiamo per Papeete.
Gianni si trova nel posto di fianco una signorona con una bimba piccola, occupando un posto e mezzo. Il “mezzo” in esubero è sulla gamba destra di Gianni, utilizzata per appoggiarci la bimba. Dopo circa 6 ore atterriamo all’isola di Pasqua, scalo tecnico. Già qua non è ben precisato di quanto siamo ritornati indietro di fuso orario…boh.
Ci fanno scendere in modo da rifornire l’aereo, noi facciamo una pipì e risaliamo verso Papeete.
Per fortuna, scopriamo che la signorona è rimasta sull’isola di Pasqua insieme ai conigli… Arriviamo a Papeete e altro cambio di fuso. Ciò che è certo è che rispetto all’Italia siamo esattamente 12 ore indietro. In attesa del volo di domattina alle 7.45 per Bora Bora, troviamo due quasi comode file di sedie e facciamo una dormita in aeroporto.

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Viva Perù…ultimo giorno

Viva Perù…ultimo giorno
Lima, Peru
Lima, Peru Ci svegliamo a Cusco, ma dopo aver preso un aereo, ci troviamo a Lima, esattamente nel quartiere di Miraflores.
Il nostro autista Lino ci porta ad alta velocità stile Fast and Furious in hotel, perché ci spiega che alle 13 il centro città viene totalmente chiuso per via di una festa cittadina (strano no?). Arrivati in tempo, in effetti troviamo tutto blindato e agghindato per la festa. Ci dicono che in realtà non è una festa patronale, ma è una festa/sfilata organizzata da un grosso supermercato, “Wong”.
Questa ricorrenza da 38 anni segna l’inizio dei festeggiamenti della vera e tradizionale Fiestas Patrias, nel giorno dell’indipendenza peruviana. È come se da noi il signor Esselunga si fosse alzato un mattino e avesse detto: “ok, il 18 aprile di ogni anno facciamo una mega sfilata! Chiamiamo tutti i poveri tapini tipo bande musicali, associazioni di danza, gruppi folkoristici…poi ci mettiamo in mezzo tanti manifesti pubblicitari, alcuni mega carri allegorici delle multinazionali, e gridiamo tutti insieme viva l’Italia!”. Così noi, rimasti ingabbiati da tutto questo, ci comportiamo da veri peruviani e ci godiamo la scena e lo spettacolo.
All’inizio ci troviamo un po’ di draghi cinesi volanti, il che ci fa pensare di aver sbagliato volo…poi però pensiamo che anche il nome del supermercato (Wong) forse richiami un po’ l’Asia.
Proseguono poi tutti i corpi ufficiali, bande locali di ogni tipo, gruppi folkoristici, miss universo, la donnina della Colgate… E alcuni personaggi famosi a noi però sconosciuti. Tutto poi si conclude in piazza con uno spettacolo pirotecnico. Salutiamo il Perù con l’ultima cena, l’ultima nottata, e domattina inizierà il lungo viaggio per la Polinesia.

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Machu Picchu, la meraviglia nascosta degli Incas

Machu Picchu, la meraviglia nascosta degli Incas
Machu Picchu, Peru
Machu Picchu, Peru Per questo giorno…facciamo parlare le foto, che è molto meglio! Diciamo solo:
Sveglia ore 4, per essere alla fermata del bus alle 4.30. C’è pochissima gente. Ci mangiamo la colazione al sacco.
Alle 5.30 partono i primi bus, noi saliamo sul secondo.
Arriviamo poco prima delle 6, alle 6 aprono i cancelli di Machu Picchu.
Entriamo…tutto ancora avvolto dalla nebbia.
Poi arriva il sole…e tutto si svela. Inutile dire che lo spettacolo è mozzafiato. Nel pomeriggio torniamo ad Aguas Calientes e poi in treno a Cusco, dove pernottiamo.

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Valle sacra degli Incas

Valle sacra degli Incas
Aguas Calientes, Peru
Aguas Calientes, Peru La valle sacra degli Incas è la valle del fiume Urubamba nelle Ande peruviane, vicino a Cusco, capitale dell’Impero Inca, e al sito archeologico di Machu Picchu. Questa valle è stata il cuore dell’impero Inca. Alle 8.00 con Glendy iniziamo il nostro itinerario dal paese di Chinchero, un paese tranquillo con una chiesa coloniale situata vicino a rovine inca.
Vediamo anche che sparse nei prati circostanti ci sono molte patate strane: sono patate che vengono disidratate in modo da poterle conservare anche per 4 anni. Le schiacciano con i piedi per fare uscire l’acqua e le seccano al sole.
Ci dicono inoltre che in questi prati ci sia una buona energia positiva… Usciti da qui, Glendy ci porta in un piccolo centro di produzione tessile formato da alcune persone del luogo.
Una signora ci spiega il procedimento a partire dalla lana grezza a quello del prodotto finito. Particolarmente di stupore è stato il momento in cui la signora “sacrifica” la vita di una cocciniglia per farci vedere da dove viene ricavato naturalmente il colore rosso.
Viene usato anche come rossetto, dura per 100 baci ed è molto economico. Arriviamo a Maras, dove si trovano le famose saline. L’acqua salata proveniente da una fonte termale viene deviata verso una parte della valle, dove gli abitanti creano dei terrazzamenti/pozzi per la formazione del sale.
La vista è molto spettacolare e insolita, e ci divertiamo a gironzolare tra le vasche di sale, anche a rischio di finirci dentro…
Da ogni pozzo vengono ricavati tre tipi di sale: sale bianco (dalla superficie), sale rosa (dagli strati centrali) e sale medicinale (dal fondo).
Assaggiamo anche un cioccolato al sale…mai piu!
Passiamo anche dal centro del paese di Maras, che a detta della guida è ancora uno dei pochi dove non viene fatta differenza tra turista e non-turista. Prossima tappa: i 4 terrazzamenti circolari di Moray. Si dice che queste enormi aree, alcune delle quali formate da cerchi concentrici perfetti, venivano usate come laboratorio all’aperto per sperimentare diverse colture, dato che ogni livello ha un microclima differente. La visuale dall’alto è veramente di grande impatto. Infine, arrivamo ad Ollantaytambo, dove c’è l’enorme fortezza inca.
È anche la città dove si trova la stazione dalla quale partiamo con il treno verso Aguas Calientes, il punto di partenza per la salita a Machu Picchu. Viene chiamato anche Machu Picchu pueblo. Prendiamo il nostro treno Vistadome, molto carino e panoramico, e arriviamo a destinazione in 1 ora e mezza.
Aguas Calientes è un paesino praticamente di soli turisti, terra di nessuno, raggiungibile unicamente con il treno o a piedi (tramite l’inca trail).
Ci sistemiamo in hotel e girovaghiamo un po’ per il centro.
Mentre ceniamo in un buon ristorante del centro, veniamo trascinati nuovamente dai festeggiamenti per la Virgen del Carmen…
Torniamo in hotel molto presto perché domattina vogliamo prendere il primo bus che sale a Machu Picchu.

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Pisac e 4 rovine

Pisac e 4 rovine
Cusco, Peru
Cusco, Peru Contrattiamo un taxi privato per le visite di oggi e domani.
Per oggi, visitiamo il mercato e il sito archeologico di Pisac e il cosiddetto tour delle 4 rovine.
Glendy ci propone di portarci subito al sito archeologico, che si trova sopra il paese di Pisac, in modo poi da ridiscendere giù da soli con un trekking di 1,5-2 ore.
Noi, noncuranti del nostro abbigliamento non-adeguato, accettiamo volentieri. Visitiamo quindi il sito archeologico, con terrazzamenti e rovine varie.
Ci incamminiamo quindi per la discesa, anche se all’inizio è tutta salita…
Il cammino è molto panoramico e suggestivo, e inventando un po’ la strada arriviamo a Pisac in un’ora e mezza; Glendy ci fa pure i complimenti (ma probabilmente li fa a tutti). Arrivati in paese, scopriamo l’ennesima festa locale…la festa della Virgen del Carmen, quindi tutto il paese è in festa e bloccato da sfilate di danze e costumi.
Il famoso mercato di Pisac è quindi un po’ ridotto per lasciare spazio alla festa: ammiriamo le maschere e i balli peruviani nella piazza principale. Ritorniamo verso Cusco in modo da vedere i 4 siti che ci mancano. In realtà i primi 3 li facciamo fuori alla svelta, non ci impressionano molto (Tambomachay, Puca Pucara, Q’engo) mentre invece troviamo molto interessante e grandioso Sacsayhuaman.
Ci fermiamo a fare anche un selfie con il Cristo Bianco…nulla a che vedere con quello di Rio, una miniatura (8 metri) che osserva la città di Cusco. Ritornati in città, visitiamo la statua di Pachacutec, nono imperatore inca. Si sale per una torre-museo fino ad arrivare ai suoi piedi.

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La capitale degli Inca

La capitale degli Inca
Cusco, Peru
Cusco, Peru Sveglia comoda, finalmente…
Il piano della giornata è visitare la parte centrale di Cusco.
Per iniziare con il piede giusto facciamo una seconda colazione in una terrazza di un bar di Plaza de Armas. Partendo da qui, visitiamo le parti più importanti della città:
– il complesso della Cattedrale, che comprende altre due chiese unite ad essa. Molto interessante e ben organizzato, grazie anche ad un tablet per audio-videoguida;
– la chiesa della compagnia di Gesù. Chiesa gesuita sempre in Plaza de Armas (anche loro non volevano essere da meno) che permette anche di avere una splendida vista sulla piazza da una torre;
– il mercato di San Pedro, comprensivo di abbondante pranzo costato meno di un euro;
– qualche museo qua e là, non molto interessanti… Per strada ci imbattiamo in un corteo di ragazzi e bambini, con musiche e danze tipiche. Scopriamo poi essere la festa per l’anniversario di un collegio di Cusco, di 2000 alunni…
In effetti il corteo sembra non finire più, perché ogni classe partecipa con danze e vestiti sempre differenti. Noi li guardiamo sfilare e paralizzare la città per tutto il pomeriggio. In serata assistiamo ad uno spettacolo di danze e musiche peruviane in un teatro di Cusco.
Non ce lo aspettavamo ma ci è piaciuto, i musicisti erano professionali e le danze riprendevano tutti i vestiti tipici del Perù. Le parti cantate erano in lingua quechua.
Pizza da Antonio e nanna.

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Verso Cusco

Verso Cusco
Cusco, Peru
Cusco, Peru La giornata di oggi è praticamente dedicata allo spostamento verso Cusco.
Con un bus di gruppo, in 10 ore raggiungiamo comodamente Cusco. Viaggiamo inoltre anche con una coppia di italiani che avevamo già incontrato ad Arequipa e Puno. Nel tragitto, facciamo alcune soste interessanti, aiutati anche dalla guida della spedizione.
Ci fermiamo a Pucara, un villaggio con un centro cerimoniale Inca e un museo.
Arriviamo a La Raya, il confine tra la valle di Puno e la valle di Cusco, oltre che ad essere il punto più alto del tragitto (4300 metri).
Nel pomeriggio ci fermiamo a Raqchi, un grosso parco archeologico Inca. Il sito mostra quello che rimane di una grossa struttura Inca e del resto del villaggio. Anche se in parte restaurato, è comunque molto affascinante.
Infine visitiamo quella che viene definita la cappella Sistina Andina: una chiesa talmente decorata all’interno da richiamare quella di Roma. A nostro giudizio la definizione è un po’ azzardata… Finalmente arriviamo a Cusco! La città è molto grande (400.000 abitanti a 3400 metri) e la parte esterna è parecchio degradata. La parte centrale è completamente diversa e, insieme a Stefano e Adele, diamo una prima occhiata serale al centro e ceniamo in un locale tipico.

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Ritorno alla terraferma

Ritorno alla terraferma
Puno, Peru
Puno, Peru Anche senza riscaldamento, la notte non è stata poi così fredda…grazie a 3 strati di coperte di alpaca.
Colazioniamo con panqueques (pancakes) e the di muna, e giochiamo un po’ con Pilar.
Ritorniamo al porto ed aspettiamo di ripartire con la barca verso la terraferma (Puno). Arrivati giù ci troviamo in mezzo al primo “casino” del viaggio, ovvero scopriamo che la guida ha imbrogliato un po’ il programma dei due giorni condensandolo in uno e dato che oggi non si è presentato, non ha neanche dato i soldi che spettavano alle famiglie. Quindi al porto ci siam trovati con il sindaco, presidenti, autorità…poi la cosa si è risolta perché il capitano della barca ha tirato fuori i soldi di tasca sua dicendo che se la sarebbe vista lui con la guida. Arrivati a Puno dopo 4 ore di navigazione, pranziamo e passiamo una giornata tranquilla per riposarci un po’.

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Una notte sull'isola più alta del mondo

Una notte sull'isola più alta del mondo
Amantani Island, Peru
Amantani Island, Peru Usciamo molto presto come sempre. Oggi si parte per un tour di gruppo di due giorni sul lago Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo (3800 metri). Il lago è 60% peruviano e 40% boliviano. Lasciamo il porto di Puno su un motoscafo con altri 20 turisti. Ci sono peruviani, americani, francesi, spagnoli, svizzeri, cileni, messicani… La prima tappa sono le isole galleggianti degli Uros; isole artificiali costruite dagli abitanti utilizzando la Totora, una pianta acquatica, anche commestibile, che si trova in abbondanza sul fondo del lago.
Un abitante ci fa fare un giro su una barca molto caratteristica, anch’essa costruita con la Totora, e ne approfittiamo per assaggiare questa pianta prendendola direttamente dall’acqua (sembra sedano…). Le donne Uros poi ci accolgono con un canto mentre gli uomini ci spiegano come vengono costruite queste isole e ci presentano le loro abitudini.
Ci sono circa 90 isole di questo tipo, compresa una scuola, campi da calcio…
La sensazione è quella di camminare su un materasso! La seconda tappa è l’isola turistica più grande: Taquile.
Scendiamo a terra e pranziamo tutti insieme con cibi locali: zuppa di quinoa, trota alla griglia con riso e patate. Per finire, mate di Muna (erba simile alla menta con proprietà digestive e rilassanti).
La guida e un ragazzo dell’isola ci mostrano le attività locali degli abitanti. Ci fanno vedere inoltre come fare il sapone dalla pianta di chucho, che da loro cresce in abbondanza. E funziona! Il ragazzo lava della lana di pecora molto sporca. Dopo pranzo ci incamminiamo verso il centro dell’isola. Nel tragitto, godiamo della vista panoramica sul lago e verso le altre isole. Dopo quasi un’ora, quando le speranze sull’esistenza di un fantomatico “centro” incominciavano ad affievolirsi, arriviamo a destinazione.
In realtà non c’è molto, ci riposiamo un po’ e proseguiamo col cammino per ridiscendere verso il porto principale, scendendo da un percorso segnato da 534 scaloni (stile Val Codera per chi è del giro). La terza tappa (e destinazione) è l’isola di Amantaní, dove sbarchiamo nel mezzo del bellissimo tramonto. Qui ci abitano 4000 persone.
Il gruppo viene diviso in 5 famiglie e noi andiamo a casa di Mady Luz insieme a una ragazza messicana, una californiana e una canadese.
La casa è molto semplice e rustica, non c’è riscaldamento e acqua calda. C’è qualche lampadina, il bagno, e la nostra camera con i letti.
La mascotte della casa è Pilar, una bimba di 7 anni che ci fa compagnia e prende le veci della mamma quando lei non è presente. Ci viene preparata un’abbondante cena e poi inizia la preparazione per la festa serale con tutti gli ospiti dell’isola. Ci vestiamo con i vestiti tipici, molto divertenti, e andiamo in un salone pieno di gente e con musica dal vivo. Facciamo del nostro meglio per ballare come dei veri peruviani. Lo spettacolo all’aria aperta è stupendo e magnifico. Non abbiamo mai visto così tante stelle nel cielo, e inoltre sono quelle dell’emisfero australe… Stiamo quindi per parecchio tempo a naso insù, prima di andare a dormire nella nostra camerata.

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El condor pasa!

El condor pasa!
Puno, Peru
Puno, Peru Super puntuale alle 6 Juan Pablo arriva con il bus. Oggi si va alla Cruz del Condor dalla quale è possibile vedere il volo mattutino dei condor. L’orario giusto per ammirare questi grandi volatili è tra le 8.30 e le 10 quando la temperatura per loro è ideale per svegliarsi e svolazzare. Prima di arrivare a destinazione facciamo brevi tappe. Ci fermiamo in centro a Chivay dove ammiriamo alcune bambine peruviane impegnate in una danza tipica e scattiamo qualche foto con simpatici animali.
La seconda fermata è in centro a Maca, un altro piccolo villaggio devastato dal terremoto del 2007. Qui visitiamo la chiesa, facciamo qualche acquisto e incontriamo altri personaggi pelosi. La nostra guida è appassionata di trekking così arriviamo alla Cruz dopo una scarpinata di un’ora ammirando la flora e la fauna locale.
Arrivati in cima vediamo il volo dei condor. I più grandi hanno un’apertura alare di 3 metri.
In questo punto il Canyon raggiunge la sua massima profondità di 3800 metri. Il tour di gruppo finisce con il ritorno a Chivay dove pranziamo e noi due ci stacchiamo per prendere il bus diretto a Puno, sul lago Titicaca.
Dopo 6 ore di viaggio non troppo confortevole arriviamo in hotel dove fa ancora molto freddo perché siamo a 3800 metri.
Cena molto rapida con vista su Plaza de Armas. Ritorniamo in camera fiduciosi che la stufetta abbia riscaldato almeno un po’.

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