Mare e spiagge in Coromandel

Mare e spiagge in Coromandel
Miranda, New Zealand
Miranda, New Zealand Lasciamo Tauranga e andiamo verso nord costeggiando il mare.
Qui la temperatura è più mite, arriviamo infatti a 17 gradi, e il panorama è più vacanziero. Ci fermiamo per pranzo in una cittadina, Whitianga. Gironzoliamo per la zona del porto e del centro e banchettiamo all’aperto insieme a parecchi pennuti non troppo simpatici.
Il paese è molto attrezzato per il turismo, ma essendo pieno inverno tutte le case vacanza sono vuote e non c’è molto movimento. Giusto qualcuno che prende la barchetta per andare a pesca… Nel pomeriggio guidiamo ancora qualche ora passando per la parte più collinare della penisola. Qua infatti è tutto un saliscendi e non abbiamo mai incontrato una galleria in tutti questi giorni. Il campervan fa un po’ fatica ma si comporta bene. Probabilmente tutto merito del guidatore… Ci fermiamo in un punto della costa molto carino, per fare due passi sulla spiaggia.
Troviamo anche alcuni punti panoramici in cima alle varie colline del tragitto. Dato che domattina restituiremo il campervan e prenderemo l’aereo per il Giappone, ci fermiamo in un camping molto carino ma disperso veramente nel nulla, a circa 1 ora da Auckland.

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Underworld

Underworld
Tauranga, New Zealand
Tauranga, New Zealand Mattinata uggiosa, ma decidiamo comunque di fare un piccolo percorso-natura appena fuori dal villaggio.
Iniziamo così ad avere confidenza con cave e grotte, in vista della nostra avventura pomeridiana. Dopo pranzo, la guida Robin ci attende per l’escursione.
Indossiamo muta, caschetto con torcia e stivaletti in modo da proteggere e tentare di tenere caldo il nostro corpo (cosa che non riuscirà molto bene…).
Insieme a Robin iniziamo la discesa nel percorso sotterraneo, prendendo con noi una grossa camera d’aria usata a mo’ di ciambellone.
Nella prima parte, all’asciutto, camminiamo in questi cunicoli aiutandoci con le torce. Vediamo alcune ossa di animali sfortunatamente caduti dentro alla cava.
Piano piano incontriamo l’acqua, e con l’acqua aumenta la presenza di questi particolari bruchi (o vermi) fluorescenti presenti solamente in Nuova Zelanda.
Spegnendo le nostre torce infatti sembra di essere sotto un cielo stellato. Purtroppo al buio pesto ci è impossibile fare foto, ma lo spettacolo è molto suggestivo. Li vediamo anche da vicino, con dei fili penzolanti stile ragnatela che usano per procacciare il cibo.
Infiliamo il nostro didietro nel ciambellone e, formando un trenino, la guida ci trascina per le grotte completamente buie, illuminate solo dai puntini luminosi dei nostri amici bruchi.
Durante il percorso ci buttiamo anche da una piccola cascata e scendiamo da un ripido scivolo nell’acqua. Un buon mix di adrenalina e curiosità. Completamente inzuppati, dopo un’oretta risaliamo in superficie e ci beviamo una cioccolata calda. Ci asciughiamo prendendo un po’ di sole che nel frattempo è spuntato e ripartiamo.
Decidiamo di passare alla costa est dell’isola, per poi risalirla domani e ammirare il paesaggio e le spiagge della penisola Coromandel.
Per la notte ci fermiamo quindi in un camping a Tauranga.

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Dalle montagne alle cave

Dalle montagne alle cave
Waitomo Caves, New Zealand
Waitomo Caves, New Zealand Risveglio tranquillo e mattinata relax. Gianni ha il suo massaggio prenotato ieri e Cate lo aspetta a mollo nelle piscine termali della Spa del camping. Non abbiamo nulla di particolare in programma per il pomeriggio e il tempo non è clemente quindi ci dirigiamo verso la prossima tappa: Waitomo Caves.
Facciamo solo un brevissimo stop alle Huka Falls, cascate non altissime ma con acqua azzurrissima e molto impetuosa… Le foto non rendono bene l’idea… Arriviamo a Waitomo Caves nel tardo pomeriggio. Il villaggio prende il nome dalla particolarità di questo territorio: esiste un mondo sotterraneo fatto di cave e grotte, ormai frequentate e visitate da più di 100 anni. In queste grotte è possibile fare delle escursioni e ovviamente noi non ci tiriamo indietro… Ne prenotiamo una per domani. Essendo in mezzo al nulla, cuciniamo qualcosa al camping e ci guardiamo qualche puntata…di Trono di Spade.

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La natura e le acque fluorescenti

La natura e le acque fluorescenti
Taupo, New Zealand
Taupo, New Zealand Alle 10 siamo già all’entrata del parco geotermale Wai-o-tapu, mezz’ora dopo Rotorua. Il tour inizia davanti al geyser Lady Knox. La guida ci spiega la storia della sua origine e lo fa eruttare. Eh si, perché in realtà questo geyser, nonostante sia naturale, non erutta regolarmente e quindi questi simpaticoni neozelandesi si sono inventati un sapone speciale da versare nel geyser per stimolare l’eruzione ogni giorno alle 10.15. Dopo pochi minuti infatti il geyser spara fuori il tipico fumo e un getto fortissimo di acqua!
Si dice che la scoperta di questo geyser sia dovuta a dei detenuti di un carcere qui vicino che han lavato i panni nell’acqua del geyser. Il sapone poi ha fatto il resto… L’altra parte del parco geotermale è dedicata a vari laghi e crateri, resi particolari dai colori dei minerali presenti nelle circostanze (o manipolati dall’uomo?).
Vediamo così molti laghetti dai colori fluorescenti, come in un paesaggio surreale. Dopodiché ripartiamo in camper verso la prossima tappa, la città di Taupo, sul lago più grande della Nuova Zelanda.
Qui siamo al centro dell’isola e anche un po’ più in alto come altitudine, quindi fa freddino…diciamo tra 0 e 10 gradi.
Passiamo il resto della giornata a riposarci un po’ nel camping e prenotiamo un massaggio nella spa per domattina. Purtroppo scopriamo che la cosa più interessante che volevamo fare domani qui non è al momento disponibile, ovvero il Tongariro Alpine Crossing, un hike di una giornata sulle montagne innevate. A causa del maltempo ci dicono che l’escursione in questi giorni è sospesa. Ci consoliamo cucinando un buon piatto di fusilli e degustando un vino bianco neozelandese.
Agghindiamo il nostro mini camper in modalità cinema e ci guardiamo un sacco di puntate di Trono di Spade.

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Giornata intensa a Rotorua

Giornata intensa a Rotorua
Rotorua, New Zealand
Rotorua, New Zealand Prima notte in camper superata!
Oggi rimaniamo a Rotorua, famosa per i vari parchi geotermali con geyser di ogni tipo. Per prima cosa andiamo a visitare il parco Te Puia, dove in realtà ci sono sia attrazioni geotermali che culturali.
Troviamo infatti il Pohotu geyser che sputa quasi di continuo, molte pozze di fango eruttanti e un kiwi (pennuto). C’è anche una cosiddetta cooking pool, con acqua che bolle sempre e che quindi viene usata per cucinare…
Dal lato culturale, visitiamo la scuola maori di intaglio del legno e un villaggio tipico.
Ma la cosa che più ci è piaciuta è stato lo spettacolo tipico maori.
Dopo che la tribù ci ha accolto nel luogo della cerimonia, abbiamo assistito a canti e danze, tra cui anche la famosa haka. Nel pomeriggio andiamo nel complesso chiamato Skyline e ci divertiamo con il Luge, ovvero facendo alcune discese pazze con delle macchinine monoposto. Della serie…Super Mario Kart! Non possiamo concludere la giornata senza fare un salto alla famosissima SPA di Rotorua. Ci rilassiamo nelle piscine termali, guardando la luna e le stelle. Per cena ci dirigiamo verso il centro, dove troviamo il mercatino del giovedì sera e ci infiliamo nel pub più tipico di Rotorua per riempire i nostri pancini.

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A casa degli Hobbit

A casa degli Hobbit
Rotorua, New Zealand
Rotorua, New Zealand Oggi ha inizio l’avventura in campervan!
Dopo tutte le istruzioni del caso dall’agenzia di noleggio, partiamo con la nostra casa mobile sfigatina che ci porteremo dietro per i prossimi 7 giorni.
Gianni impara subito come guidare al contrario, l’unica cosa un po’ più difficile sono le frecce…infatti fa partire sempre il tergicristallo. Siamo diretti a Rotorua, ma prima facciamo tappa a Matamata, ovvero il villaggio dove è stato costruito il set per la trilogia del Signore degli Anelli e Lo Hobbit.
Un bus navetta ci porta alla immensa fattoria della famiglia Alexander. Peter Jackson infatti circa 20 anni fa bussò alla loro porta dicendo che quella proprietà era perfetta per il film che doveva girare…
Fecero così un contratto e costruirono le prime case Hobbit. Finito il film, a causa dell’inverno, non riuscirono a smantellare tutto il set; così concordarono di terminare la rimozione in estate.
Nel frattempo il proprietario cambiò idea e chiese di lasciare le case Hobbit rimaste, iniziando a fiutare una possibile attività turistica. Dopo alcuni anni, Peter Jackson tornò dalla famiglia Alexander per girare la trilogia di Lo Hobbit.
Il proprietario accettò, ma chiese di far ricostruire tutte le case Hobbit precedenti con materiali permanenti, in modo che queste potessero rimanere al termine delle riprese per parecchi anni. Nacque così questo villaggio Hobbit permanente (almeno per i prossimi 50 anni dicono…) e non perdiamo l’occasione di visitarlo. Passeggiamo tra le case, le stradine, gli alberi, i laghetti…ricordando sempre che questo è tutto immerso in una fattoria immensa veramente funzionante! Con ben 30.000 pecore…
Ci sono due case di Bilbo Baggins, una piccola e una grossa. Dentro le case in realtà sono quasi tutte vuote, perché la parte interna delle case è tutta girata in studio, mentre la parte esterna è stata girata qui.
Particolarmente bella la casa di Bilbo, con il cartello e l’albero che si vede in Lo Hobbit…
Terminiamo la visita bevendoci una birra al Green Dragon e facendo qualche foto in costumi Hobbit. Proseguiamo verso Rotorua, dove ci fermiamo in un camping, cuciniamo qualcosina in camper e passiamo la prima notte da nomadi.

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Kia Ora in New Zealand

Kia Ora in New Zealand
Auckland, New Zealand
Auckland, New Zealand Partiamo da Papeete, il 27 luglio mattina…arriviamo ad Auckland il 28 luglio a mezzogiorno. Il viaggio dura poco ma siccome abbiamo oltrepassato la linea internazionale di cambio data…perdiamo un giorno di vita! L’entrata in Nuova Zelanda è regolata da leggi molto severe, riguardo a ciò che porti. Devi dichiarare ogni cosa…e passare da vari controlli e perquisizioni. Diciamo che ce la siamo cavata per un pelo e senza multe.
In aeroporto due simpatici 80enni, che prestano servizio volontario, ci danno le indicazioni per raggiungere la città.
Ci sistemiamo quindi nella nostra camera sulla via principale di Auckland, Queen Street. Dopo un riposino, passiamo questa mezza giornata a gironzolare per la città.
È tutto così ordinato e moderno rispetto alle nostre destinazioni precedenti che quasi siamo spaesati. Oltre al fatto che qua hanno la guida a destra, pioggerelline brevi e frequenti, e finalmente parlano inglese. Molto carina la zona sul mare e il quartiere Britomart, dove ceniamo in un tipico pub di Auckland prima di tornare in camera per la notte.

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Baptême de plongée

Baptême de plongée
Papeete, French Polynesia
Papeete, French Polynesia Contrariamente a tutte le nostre previsioni… oggi abbiamo fatto lo “scuba diving baptism” ovvero la prima immersione sottomarina!
Non è stato facilissimo all’inizio ma una volta capito bene come muoverci e respirare è stata un’esperienza magnifica. Non potevamo finire in modo migliore la nostra tappa polinesiana. Dopo un pranzetto veloce e l’ultima pennica in riva al mare, andiamo all’aeroporto per prendere il volo per Tahiti.
Domani infatti partiremo da qui per la nostra prossima destinazione.

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Laguna blu…col barbecue

Laguna blu…col barbecue
Rangiroa, French Polynesia
Rangiroa, French Polynesia Colazione praticamente dentro al mare, insieme ad alcuni squaletti che nuotano dietro di noi. Anche qualche pennuto svolazza tra noi e gli squali, indeciso sul da farsi. Ore 8.30 arriva a prenderci il capitano dell’escursione per la laguna blu. Iniziamo subito col dire che è identico a Eddie Murphy, in quei film d’azione un po’ stupidi tipo Beverly Hills Cops. Conosciamo Valentina e Vincenzo, due ragazzi romani simpaticissimi, anche loro in viaggio di nozze. Con una ventina di persone, raggiungiamo dopo 1 ora di motoscafo alla massima velocità la famosa “Blue Lagoon”.
Il paesaggio è quello delle foto nelle migliori riviste di viaggio: 20 persone in una laguna racchiusa tra coralli e isolotti, all’interno di un atollo dai colori meravigliosi. Ci siamo solo noi, le palme e una quantità enorme di pesci. Durante la permanenza in laguna, ci sono vari momenti di attività:
– aperitivo di benvenuto e tempo libero.
– 30 min di camminata (nel mare) per raggiungere un altro isolotto, dove ci sono le spiagge rosa e si fa un po’ di snorkeling.
– 30 min per tornare all’isolotto principale, dove il capitano ha preparato un enorme barbecue con pesce, pollo, pane al cocco, riso e frutta.
– shark feeding e dimostrazione su come intrecciare le palme. Ogni momento è piacevole e divertente: rimaniamo il più possibile ad ammirare quest’angolo di paradiso.
Ripartiamo per il viaggio di ritorno, facendo due stop: il primo è in un ottimo punto per fare snorkeling nuotando con gli squaletti. Cate prova a fare qualche ripresa subacquea.
Il secondo stop è in uno dei due passi che permettono all’acqua dell’oceano pacifico di entrare o uscire nell/dall’atollo: in questi due punti infatti, le correnti trasportano ondate di pesci e sono quindi altri buoni posti per far snorke. In realtà si chiama drift snorkeling. Ritornati alla pensione, prendiamo due bici e andiamo, insieme a Valentina e Vincenzo, a vedere i delfini. Dalle 16 alle 17.30, in uno dei due passi è possibile ammirare i delfini che passano e saltano fuori dall’acqua…ne avvistiamo circa una ventina.
Anche la biciclettata in sé è molto carina, scattiamo qualche foto e torniamo appena fa buio.

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Che si fa su un atollo?

Che si fa su un atollo?
Rangiroa, French Polynesia
Rangiroa, French Polynesia Dopo colazione salutiamo la nostra famigliola e prendiamo l’aereo da Bora Bora a Rangiroa, l’atollo più grande del mondo.
Abbiamo scelto infatti di visitare entrambe le facce della Polinesia, ovvero le isole e gli atolli. Dall’alto dell’aereo ammiriamo la conformazione di questi atolli: cerchi o fagioli di terra in mezzo al mare cristallino. Atterriamo su una lingua di sabbia adibita a pista dell’aeroporto e attendiamo il passaggio per la nostra modesta pensione. In realtà troviamo due ragazzi che poi, per un errore di pronuncia francese, si rivelano essere quelli del centro immersioni (Rangiroa Plongee)…si mostrano molto carini e chiamano per noi la nostra pensione (Rangiroa Plage). Ci chiedono se vogliamo per caso fare delle immersioni…no grazie! Arrivati alla pensione, la simpatica proprietaria Lea e suo marito ci mostrano come funziona il posto e quali possibilità offre l’atollo di 80 km di circonferenza.
È una piccola pensione con 6 camere e camping, con cucina e spazi comuni. Si trova praticamente in fronte al mare, con un piccolo snack bar “la roulotte” gestito dai proprietari.
Noi abbiamo addirittura il bagno privato, ma…niente acqua calda. Per questi due giorni noi avremmo pianificato solo del gran relax in spiaggia, ma probabilmente non sarà così.
Ci dicono infatti che qui non ci sono spiagge e che la principale motivazione per venire qui è per le immersioni ed escursioni.
Prenotiamo quindi per domani la giornata alla laguna blu. Ceniamo da Lea con un buon e abbondante piatto di pesce e buona notte.

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